Sono in corso due modalità di ripristino dei territorio alle Cinque Terre dopo l’alluvione, in un caso la Regione finanzia la ricostruzione dei muretti con apposito bando. Finanzia gli agricoltori che ricostruiscono i loro muretti con 94 euro al metro quadro. A Vernazza, sopra la Stazione, ieri, un elicottero ha lavorato tutto il giorno per fare un’opera di contenimento con siringhe di cemento e rete metallica. L’elicottero costa intorno ai 23 euro al minuto.
Fatte le debite proporzioni ecco quanto ci sta costando l’abbandono del territorio, l’emergenza rispetto alla prevenzione.
Per salvare questo territorio occorre salvare parte della sua cultura, in paarticolare quella del lavoro. L’unico modo per fare questo è rendere interessante, anche economicamente per i giovani coltivare la vigna, lavoro faticoso in queste terre.
Occorre presidiare il bene comune Cinque Terre, il suo paesaggio che è frutto del lavoro come priorità assoluta.
Sviluppando una allenaza fra produttori e gestori dei servizi locali, i punti di ristoro devono, come già succede in tante altre Regioni essere i primi promotori dei prodotti locali. Solo in questo modo si può sperare di lasciare in eredità un futuro per i fgiovani. Rende certamente di più affittare le camere e costa molta meno fatica, ma se “salta il territorio” sarà peggio per tutti.
Occorre che i politici ad ogni livello istituzionale mettano nelle loro priorità la salvaguardia del territorio, occorre svolgere un’accurata indagine idrogeologica del territorio e scegliere i punti da salvaguardare prioritariamente. Definire il Piano del Parco lungo linee di sviluppo zero a protezione dell’unicità dei luoghi e favorire tutti gli interventi sostenibili legati allo sviluppo della viticoltura.
Come si potrà riuscire a far diventare queste questioni “senso comune” cultura diffusa, questa è la sfida per ognuno.