Ieri sera al Camec a Spezia incontro molto interessante organizzato dall’Enoteca regionale sul tema della DOC . Fra istituzioni e produttori si è sviluppato un dibattito molto stimolante che ha toccato tutti gli aspetti significativi di cui si compone oggi il problema: si tratta di una certificazione volontaria onerosa da parte dei produttori che devono riuscire a determinarne la scrittura e le modalità di controllo uscendo da un lungo periodo di assoluto silenzio e passività, delegando nei fatti le istituzioni a farlo per loro. Alcuni produttori hanno scelto di uscire dalla DOC, ma la DOC è importante come tutela del territorio e riconoscimento a livello europeo ed anche mondiale dei vini italiani. Il problema è che utto cambia nel mondo del vino, ma la descrizione resta ferma, in particolre quella dello Sciacchetrà che ha appena compiuto 40 anni e che la Comunità Europea chiede di cambiare in quanto imprecisa, quindi una importante opportunità per mettervi mano.
Più in generale, meglio una descrizione banale e maglie interpretative larghe da parte della commissione o viceversa meglio valorizzare le specificità? Come gioca il peso dei grandi produttori rispetto ai piccoli nel mantenere la situazione ferma? La descrizione è oggi solo di tipo estetico, inserire anche l’aspetto etico, ovvero la storia del produttore, il suo modo di essere nel territorio? Questi solo alcuni dei temi emersi, la sfida per i produttori è quella di riuscire a “usare l’Enoteca regionale” come ha chiesto con forza in conclusione il Presidente, oggi l’Enoteca è un organismo istituzionale che ha esattamente il compito di aiutare i produttori a fornire le indicazioni necessarie a rinnovare e rendere più efficaci le regole esistenti, che, dal dibattito che si è sviluppato sembrano veramente necessitare di un profondo rinnovamento.